Per questa selva oscura (la teologia poetica di Dante)
Giulio D'Onofrio
Il Nuovo Giornale di Filosofia della Religione è una rivista dell'Università di Urbino (Dipartimento di Economia, Società, Politica), in collaborazione con l'Associazione Italiana di Filosofia della Religione (AIFR)
N. 15 GENNAIO - APRILE 2021 ISSN 2532 - 1676
Direttore responsabile:
Pierfrancesco Stagi
Andrea Aguti (Presidente AIFR, Università di Urbino), Angela Ales Bello (Pontificia Università Lateranense), Annalisa Caputo (Università di Bari), Carla Canullo (Università di Macerata), Roberto Celada Ballanti (Università di Genova), Virgilio Cesarone (Università di Chieti-Pescara), Francesco Paolo Ciglia (Università di Chieti-Pescara), Giuseppina De Simone (Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale) Adriano Fabris (Università di Pisa), Francesco Miano (Università di Roma "Tor Vergata"), Sergio Sorrentino (Università di Salerno), Pierfrancesco Stagi (Università di Torino), Pierluigi Valenza (Università "La Sapienza" di Roma), Silvano Zucal (Università di Trento)
Francesco Angelone (Reggio Calabria), Claudio Belloni (Milano), Nunzio Bombaci (Messina), Damiano Bondi (Firenze), Omar Brino (Roma), Domenico Burzo (Bari), Giovanni Cogliandro (Roma), Emilio Di Somma (Napoli), Andrea Fiamma (Chieti), Elisa Grimi (Milano), Andreas Lind (Namur), Salvatore Rindone (Enna), Alessio Ruggiero (Salerno), Alfonso Salvatore (Salerno - coordinatore della redazione), Stefano Santasilia (Napoli), Simone Stancampiano (Roma), Angelo Tumminelli (Roma), Michele Turrisi (Catania), Sofia Vescovelli (Genova)
La proposta di un contributo è vincolata al rispetto delle norme redazionali e alla sottoscizione della liberatoria, Norme redazionali e liberatoria
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SAGGIO| Salomon Maimon e la Probe Rabbinischer Philosophie
di Pier Francesco Corvino
Il contributo intende fornire una breve introduzione alla Probe Rabbinischer Philosophie (1789) di Salomon Maimon. Questo breve articolo presenta almeno due diversi livelli di lettura. Il primo, prettamente speculativo, ci garantisce un’introduzione “popolare” all’impostazione filosofica maimoniana. Il connubio, unico nel suo genere, fra criticismo, metafisica wolffiana e pensiero ebraico è qui abilmente impiegato nell’analisi di un passaggio della Misnah. Il secondo livello, più legato alla biografia maimoniana, ci consegna l’inesausta riflessione cui il filosofo sottopose il binomio filosofia-religione. Il testo risulta così, allo stesso tempo, un’introduzione e una chiarificazione in termini della filosofia di Salomon Maimon.
SAGGIO | Process theodicy and the life after death: a possibility or a necessity?
di Sofia Vescovelli
In this paper I argue for the necessity of eschatology for process thought, and against the idea that the belief in a life after death is not an essential element for this theodicy. Without reference to an eschatological dimension, a process theodicy is led to admit a consequentialist conception of divine love and goodness that is inconsistent with its notion of a responsive and participative God who loves each creature. In the world many creatures suffer atrocious evils, which destroy the value of their lives, but the process God does not redeem these sufferings in a personal post-mortem life in which the sufferers participate and can find meaning for their individual evils.
In order to support my thesis, I intend to examine some difficulties in process theodicy, especially in Charles Hartshorne’s position, showing how his doctrine of objective immortality is unsatisfactory. My starting point will be some criticisms advanced by John Hick against Hartshorne and the replies made by the process philosopher David R. Griffin.
I conclude by contending that process theodicy, at least in its Hartshornean version, in denying the necessity of a personal afterlife, does not provide a satisfying answer to the soteriological-individual aspect of the problem of evil, namely the problem of the individual salvation in which the individual person can find redemption and meaning for the sufferings undergone or inflicted. In the process perspective the divine love is conceived in consequentialist terms and evils suffered by the individual are merely considered a by-product or the negative side of the divine creation out of chaos.
SAGGIO | Gotteserkenntnis als Gottesgeburt bei Meister Eckhart und in der Lebensphänomenologie
di Rolf Kühn
Obwohl Eckharts Thema das predigtmäßig vorgetragene Verhältnis des Menschen zu Gott als unio ist, schließt dies den philosophisch-theologisch bestimmten Manifestationsvorgang der phänomenologischen Selbstoffenbarung des Absoluten mit seinen Attributen ein. Die existentielle Vereinigung von Gott und Mensch ist nur auf dem Grund ihrer ontologischen Einheit möglich, weshalb der tatsächliche Verwirklichungsvollzug des Absoluten das Wesen der Seele oder des Lebens selbst bildet.
SAGGIO | Origine e originalità del cristianesimo non-religioso di Gianni Vattimo
di Salvatore Rindone
Il seguente saggio intende indagare sulla filosofia della religione nel pensiero di Gianni Vattimo, in particolare sulla sua interpretazione della kenosis cristiana. L’articolo mostra la genealogia del pensiero di Vattimo su questo tema già a partire dalla sua lettura di Pareyson, di Schleiermacher e di Bonhoeffer. Viene affrontato anche il rapporto tra Heidegger e il cristianesimo alla luce della pubblicazione dei Schwarze Hefte. Secondo Vattimo, la religione cristiana ha a che fare con la politica dell’Europa e con il destino dell’Occidente. La proposta di un cristianesimo secolarizzato, ermeneutico e non-religioso si mostra come la chance della religione nella postmodernità, tema molto caro alla sua filosofia debolista.
SAGGIO | Il sacro sotto lo sguardo della ragione. La religione razionale pura kantiana
di Martino Bozza
Kant, a man of pure and simple reason, but not simply a rationalist cold. Despite having indicated the limits within which man must maintain his cognitive thirst and despite having defined the lawfulness of acting in the collective sphere, Kant does not believe that he has satisfied the indigence of a reason that necessarily projects man towards the sphere of the supersensible. So we need a reflection that focuses on religion. Thus Kant frames a religion that develops within the limits of pure reason. It seems a contradiction to talk about religion within the limits of reason, but the Kantian intent is clear: one must find a religion that can be considered plausible by every man, a religion that is universal in short; and indeed universality is built only with the transcendental faculty: reason. All Kantian religious discourse is related to morality; it is in fact through the incontrovertible presence of the moral law in itself that man feels himself as a creature that derives and is destined for the supersensible sphere. However, this link with the moral sphere does not make religious inquiry become an existential investigation; in the Kantian writings, however, controversial theoretical questions related to the field of religion emerge. All the reflection on religion develops from an ambivalent position with respect to what transcends reason: on the one hand, the impossibility of judgment; on the other, the irremediable tension towards an intelligible sphere that is rationally disclosed, that is not known, but that, through a hermeneutical approach, can help to reveal the otherness to which man does not know how to give a name
SAGGIO | Significato metafisico-religioso delle analisi sull’infanzia in Edith Stein e Gerda Walther
di Marina Pia Pellegrino
Edith Stein e Gerda Walther sono state discepole di Edmund Husserl. Attraverso l’ indagine sugli Erlebnisse, che esse hanno accolto dal loro “maestro”, nelle loro opere si delinea un’antropologia che ben si può definire “fenomenologica”. L’essere umano viene osservato e descritto nel complesso intreccio dei suoi aspetti e delle sue relazioni. Entrambe le pensatrici si ricollegano al pensiero classico, in particolare al concetto di entelechia di Aristotele. La Stein rivisita anche il pensiero medioevale e si confronta con S.Tommaso, mentre la Walther si interessa, oltre che alla mistica cristiana, anche a quella di altre religioni. Dalla loro antropologia fenomenologica emergono alcuni spunti, che sono qui presi in considerazione sotto il titolo di una “fenomenologia dell’infanzia”.
Mettere a fuoco l’essenza dei vissuti, seguendo la riduzione eidetica e quella trascendentale di Husserl permette di distinguere i differenti aspetti dell’essere umano: corpo- psiche-spirito, che nel vivere si presentano tutti insieme e possono essere riconosciuti nella loro specificità solo mediante la riflessione, e permette di cogliere un centro ultimo, Kern, nucleo inconfondibile della persona. Nell’opera di Gerda Walther sulla mistica, si trova l’analisi dello stadio dell’infanzia, quando l’autrice si sofferma sull’aspetto della corporeità dell’ “essenza fondamentale umana”. Proprio in questo stadio, il lato psichico-spirituale si presenta come totalmente “incorporato”. Perciò la bellezza di un bambino è particolare: esprime armonia di corpo e anima ed è simile alla bellezza della natura. Anche nel vissuto mistico di tutte le religioni si ritrova un richiamo al modo d’essere nello stadio infantile: l’abbandono del proprio io in Dio è simile all’essere fuso nel noi, del bambino con i genitori.
Edith Stein, ripercorrendo la gerarchia di realtà presenti nella cosmologia aristotelico-tomista si ferma a descrivere le forme inferiori, per mostrare fenomenologicamente che cosa di esse è conservato nella forma superiore dell’anima umana. Per quanto riguarda il richiamo all’infanzia è possibile rinvenire una sorta di somiglianza con l’essere vegetale soprattutto nella posizione verticale, mancante nell’animale, e che, tanto nel volto umano come nella fioritura della pianta, manifesta uno slancio vitale verso la luce. Tuttavia la Stein precisa che nell’essere umano la posizione verticale è sia dal basso verso l’alto quanto dall’alto verso il basso, il che significa un cogliere sé dall’alto,. L’anima umana, a differenza dell’anima della pianta e di quella dell’animale, si qualifica per la presenza di un io consapevole e libero, che può attualizzare quel “talento” proprio, a lui affidato fin dalla nascita, radicato nel nucleo personale spirituale, Kern, che è entelechia.
E’ nello status termini che il Kern, mai completamente svelato e svelabile nella vita terrena, diventa attuale e trasparente. Appare manifesto ciò che era iscritto fin dall’origine nel nucleo e ciò che è divenuto, ciò che è stato sviluppato del senso originario e conservato, o ciò che manca ed è imputabile agli atti liberi della persona, infine addirittura una eventuale chiusura totale alla grazia. In queste analisi, metafisico-religiose e teologiche si inserisce in più punti il richiamo al testo evangelico ed in particolare alle parole di Gesù, quando afferma che soltanto a chi è come un bambino è possibile entrare nel regno dei cieli.
SAGGIO | Il rapporto fra Eucaristia, comunità e persona nella concezione steiniana di Bildung
di Giulia Brunetti
L’amore ha orientato la libera scelta di Maria e di Gesù, facendo sì che degli esseri umani, proprio perché umani, potessero offrire l’alternativa della salvezza all’intera comunità umana, della quale essi stessi erano parte. Nella concezione steiniana di Bildung, l’amore è il medesimo sentimento alla base di quella comunità, sia essa la famiglia, la scuola, il popolo, lo Stato o il chiostro – tutte forme che andremo a considerare nel presente lavoro – che voglia quanto più possibile tendere al modello comunitario perfetto: la comunità eucaristica. In essa, i fedeli suggellano la fisionomia del corpo di Cristo, facendosene membra e accolgono, al contempo, in sé, con l’ostia consacrata, il corpo eucaristico stesso, in un’autentica reciprocità che rispetta entrambi i termini coinvolti nella relazione.
La comune matrice umana definisce dunque uno dei due livelli di realizzazione del processo di formazione della persona umana, il quale tuttavia parimenti prevede anche un altro piano di attuazione, che inerisce invece lo sviluppo di quelle particolari predisposizioni instillate da Dio nel singolo in forma seminale. È sulla percezione di questa dialettica di appartenenza e, al contempo, estraneità di fronte all’alterità, che si fonda la postura empatica, ampiamente tematizzata da Stein.
SAGGIO | Educare per l’eternità. Che cosa direbbe Edith Stein ai giovani di oggi
di Angela Ales Bello
Luogo: Aula Magna dell’Università di Heidelberg. Edith Stein da sola davanti al computer risponde alle domande poste da alcuni studenti e studentesse. Coordina l’evento Magna Rocha, Responsabile della Pastorale Universitaria della Pontificia Università Cattolica di São Paulo, Brasile. Il resoconto dell’intervista è stato scritto da Angela Ales Bello.
SAGGIO | L’altro nell’io. In dialogo con Sant’Agostino. Intervista sulla Filosofia della Religione a Luigi Alici
di Claudio Belloni
Luigi Alici, Professore ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Macerata, ha indirizzato la sua ricerca verso una rilettura del pensiero agostiniano, condotta alla luce di alcune istanze della filosofia contemporanea. Le ricerche più recenti sono dedicate ai temi della fragilità e dell'etica della cura.
SAGGIO | Filosofia e religione oltre se stesse. Intervista sulla Filosofia della Religione a Roberto Mancini
di Claudio Belloni
Roberto Mancini, Professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università di Macerata, si è occupato di ermeneutica, etica, antropologia filosofica, teoria della verità orientando il suo impegno verso una cultura della pace e un ripensamento critico della dimensione dell’economia.
RECENSIONE | Pierfrancesco Stagi, Francesco. Pensieri e parole. Etica, società e politica
di Giuseppe Mirabella
VOCI DEL PENSIERO FILOSOFICO-RELIGIOSO ITALIANO |Riflessioni sulla religione nell’ebraismo italiano del Novecento
a cura di Massimo Giuliani
Ebraismo e storia interiore dell’umanità: Dante Lattes
di Massimo Giuliani
Studio aconfessionale e intendimento simpatetico delle manifestazioni religiose: Giorgio Levi Della Vida
di Giovanni Rota
Ebraismo e imperativo etico della memoria: Primo Levi
di Massimo Giuliani
Modernismo ebraico e idealità sociale: Felice Momigliano
di Alberto Cavaglion
CONVEGNO AIFR 2020: Provvidenza di Dio e destino dell'uomo
APRILE - GIUGNO 2021 -Rencontres internationales Religion et émancipation
L'UMANO E IL DIVINO /COLLANA DI
IL PENSIERO FILOSOFICO-RELIGIOSO
LA NOSTRA RIVISTA HA ADERITO AL
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Per questa selva oscura (la teologia poetica di Dante)Giulio D'Onofrio Città Nuova 2020 |
Uno studio originale, che apre prospettive inedite e rivoluzionarie sulle fonti del pensiero e dell’opera di Dante Alighieri. Da una invocazione nascosta in un antico e poco conosciuto commento alto-medievale ai primi libri della Bibbia, composto dal monaco italiano Bruno di Segni verso la metà del secolo XI, emerge inattesa la fonte che suggerisce a Dante la prima idea della «selva oscura», «amara», «aspra», «forte» e deviante dalla «diritta via», sulla cui tragica descrizione si apre la Commedia. Tale scoperta si traduce nell’occasione per aprire una nuova prospettiva di approccio al pensiero filosofico e teologico dell’Alighieri. Il lettore scopre così che fonti dirette del sapere di Dante non sono solo i classici antichi, poeti, scienziati o filosofi, o i magistri universitari suoi contemporanei, ma anche alcuni tra i tipici rappresentanti della letteratura patristica (da Ambrogio e Agostino a Girolamo) e della sapienza monastica dell’alto Medioevo (dai ‘fondatori’ come Boezio, Cassiodoro e Gregorio Magno ai più recenti e luminosi modelli di pensiero teologico come Giovanni Scoto, Anselmo d’Aosta e Bernardo di Chiaravalle, dagli eruditi Isidoro di Siviglia e Rabano Mauro al contemplativo Riccardo di San Vittore). La nuova luce proveniente dalla densa teoresi e dall’intima spiritualità meditativa e mistica di questa tradizione di pensiero, dominata dal principio unificante, in senso platonico, della caritas universale, evidenzia nell’intera opera di Dante i tratti precisi della sua vocazione di poeta-teologo: la coscienza, cioè di essere chiamato, nel «mezzo» della sua esistenza terrena, al compimento di un’alta missione, teoretica ed etica, di rieducazione dell’umanità.
Per info: Giulio D'Onofrio, Per questa selva oscura (la teologia poetica di Dante)